Letter to Filippo de Pisis
Description-English
L.T. sent by unknown sender to Filippo De Pisis, without place. April 12, 1938. 1 page. In French. (20x27cm). Perfect condition.
Description-English
L.T. sent by unknown sender to Filippo De Pisis, without place. April 12, 1938. 1 page. In French. (20x27cm). Perfect condition.
In this letter, De Pisis finds out that he has sold two of his works to Detroit thanks to the New York gallery "La Cometa".
At age 20, the young painter from Ferrara had a meeting that changed his life. During his military service, he met the "Dioscuri", the brothers De Chirico and then Carrà. He was sure impressed by their way of seeing painting and, at the beginning, shared the metaphysical style.
After a short stay in Rome and Paris, at the beginning of the 1920's, he started to rework his style, made of suggestions and original subjects, where the pictorial line is fragmented and, therefore, defined by Eugenio Montale as "fly-paw painting" . The friendship with Julius Evola allows him to deepen his esoteric interests and moving them to the modern art.
His painting is expressed in still life, landscapes, portraits with a few loose and tense brush strokes.
He joins the "Italians of Paris", together with de Chirico, Savinio, Massimo Campigli, Mario Tozzi, Renato Paresce and Severo Pozzati, and French critic Waldemar George. De Pisis is so well-known in Paris that many Italian artists, coming for the first time to the french city, make a stop in Rue Servandoni, in that "pretty house". After the outbreak of the war, he will encounter some difficulties in returning to Italy under fascism. Italo Balbo, his old gymnasium friend, will ensure him the impunity.
Description-Italian
L.T. inviata da mittente sconosciuto a Filippo De Pisis, senza luogo. 12 aprile 1938. 1 pagina. In francese. (20x27cm). Perfetto stato.
In questa lettera De Pisis apprende di aver venduto due sue opere a Detroit attraverso la galleria la Cometa di New York.
A vent’anni, il “pittore marchesino” di Ferrara, ha l’incontro che gli cambia la vita: conosce durante il servizio militare i “Dioscuri”, i fratelli de Chirico e poi Carrà. Conosce e si entusiasma rimanendo suggestionato dal loro modo di concepire la pittura e, inizialmente, ne condivide lo stile metafisico, ma poi brevi soggiorni a Roma e a Parigi, all'inizio degli anni venti, gli aprono nuovi orizzonti. Inizia a rielaborare un suo stile fatto di suggestioni e soggetti del tutto originali, dove il tratto pittorico diventa spezzato quasi sincopato, definito da Eugenio Montale "pittura a zampa di mosca". L'amicizia con Julius Evola gli consente di approfondire i suoi interessi esoterici e di trasferirli nell'arte moderna.
La sua pittura si esprime in nature morte, paesaggi, ritratti, dalle poche pennellate sciolte, nervose. I suoi quadri sembrano essere appunti del taccuino di un dilettante eccelso ma refrattario al professionismo e alieno alla ricerca del capolavoro. Il suo motto sembra essere “dubitare e disobbedire”, facendo il verso alla propaganda fascista del “credere, obbedire, combattere”. La sua poetica si configura come una estetica del frammento.
Entra a far parte degli "italiani di Parigi", insieme a de Chirico, Savinio, Massimo Campigli, Mario Tozzi, Renato Paresce e Severo Pozzati, e il critico francese Waldemar George. A Parigi è talmente conosciuto che svariati artisti italiani giungendovi per la prima volta fanno tappa in rue Servandoni, in quel «grazioso appartamentino». E qui de Pisis, oltre ad appezzare Bonnard, Vuillard, Matisse, Monet e Sisley, dichiarerà apertamente la propria omosessualità. Dopo l’entrata in guerra incontrerà una certa difficoltà a tornare in Italia sotto il fascismo: sarà il suo vecchio compagno di ginnasio Italo Balbo ad assicurargli l’impunità.
Validate your login
Sign In
Create New Account